Studiando ed Sviluppando l'Accoglienza del Percorso dal Colle Oppio al Circo Massimo. Piani futuri per una consolidazione del progetto all'aperto.

Alvaro Higueras

Economia della Cultura 2006-2007. BAICR e Università
degli Studi di Roma 2 - Tor Vergata.

 
Documento Finale. Marzo2008.



Indice
 

1. Introduzione del progetto.
2. Problemi, proposte e linee d'azione.
3. Precedenti del progetto. Roma, 130 anni di progetti.
4. La Triade politica: Comune – Soprintendenza - Commissione. Frutto della collaborazione: Progetti abbandonati e incompatibilità fra decisioni.
5. Gli interventi recenti e attuali. Casi di particolare difficoltà.
6. Idea chiave della proposta: Segnaletica.
7. La segnaletica in area centrale: elenco e valutazione.
8. Ravvivando il concetto di Parco Archeologico e di Passeggiata: la creazione di panelli relazionali.
9. Conclusioni. La presente proposta e le sfide progettuali.
10. Riferimenti bibliografici e pubblicazioni sull’area archeologica centrale.
11. Appendice: Il prodotto multimedia Flash. Un documento informativo.


 

1. Introduzione

L'obbiettivo centrale del presente studio è implementare un modello di gestione per la musealizzazione degli spazi aperti della zona archeologica centrale di Roma. Questo obbiettivo è urgentemente necessario nell'importante spazio archeologico romano dovuto alle deficienze esistenti su gli aspetti informativo e didattico della presentazione dei suoi monumenti. Chiaramente, creare un sistema informativo e didattico di carattere integrativo e contestuale non è un compito semplice. Richiede che si concepisca questo spazio storico come uno spazio che bisogna d'infrastruttura ed organizzazione per l'accoglienza ai visitatori dei monumenti all'aperto. Fortunatamente, vedo il compito di concentrarsi sul sistema informativo e didattico ben più semplice in confronto con le abituali proposte in documenti degli scorsi anni che suggeriscono soluzioni come chiusura di strade e altre opzioni che, sulla scala burocratica, si sono dimostrati come missioni veramente impossibili. Questo approccio è stato adottato, in certa misura, dal Dipartimento Tecnico del Comune di Roma, in rapporto e in benefizio a cui è stato elaborato questo documento. Il dipartimento si è reso conto della sfida: ha avviato progetti d'innovazioni circoscritti con la chiara intenzione di proseguire lo sviluppo generale nell'area del parco. Questa è un'opzione “politica” che sembra voler evitare i problemi burocratici che implicano i piani di gestioni con dozzine di miglioramenti, dai più basici ai più complessi.

La musealizzazione degli spazi aperti e un importante tema di sviluppo in Europa, specialmente in aree urbane (Clark 2006; Coleman e Eydmann 2004). Specificamente, due temi sono più rilevanti: integrare i “nuovi” monumenti in città, e strumentalizzarli come motori di sviluppo per il turismo urbano. Certamente, la scala dei progetti di gestione nelle città Europee si limita a pochi isolati come conseguenza di recente sviluppo edilizio. Il caso della scala dei monumenti a Roma, e specialmente nella zona di studio, implica che la maggior parte devono essere monumenti “ musealizzati ” all'aperto, senza coperture, non solo per mancanza di risorse economiche, però per la quantità e diversità dei resti.

Il presente documento è risultato dello studio dell'evoluzione delle politiche urbanistiche in riguardo della zona archeologica centrale di Roma. Il risultato è stato un percorso di studio cominciato in uno stadio preliminare, dove si definiranno quattro assi di ricerca, urbanistica , informazione e didattica , civismo o coinvolgimento cittadino e finanziario, fino al presente documento finale, in cui si è ristretto il campo di azione alle soluzioni più realistiche. Così, in questo documento lo studio delle politiche urbane e della catena di piani regolatori generali risultò in definire i problemi più urgenti, quelli di poco commento fino ad ora e allo stesso tempo i problemi che sono fattibili di essere risolti con la minima carica finanziaria, ma soprattutto minima ingerenza burocratica e politica. Per ciò, questo studio si rivolge a non suggerire soluzione che hanno stato a molte volte presentate in rapporti passati, specificamente il compito di integrare l'area archeologica centrale di Roma attraverso dispositivi informativi e didattici.

Finalmente, vale sottolineare il periodo speciale in cui si redatta questo studio. Le tante decisioni che prendono le varie entità incaricate da gestire il suo futuro, la triade politica che spiegherò più avanti, riflettono non solo l'importanza dell'area centrale, ma la carenza di coordinazione fra loro e la mancanza di un piano di gestione unico e concentrato sull'area centrale. Eventi come l'imminente demolizione della via Alessandrina, l'immediata chiusura del Foro Romano alle libre visite riflettono quello stato di decisioni contraddittorie.

 

2. Problemi, proposte e linee d'azione

Il presente progetto di ricerca sulla musealizzazione all'aperto dell'area centrale di Roma si appoggerà sul problema della segnaletica e le forme di integrare l'area con questi mezzi didattici. Come centra l'origine della ricerca nata da un corso d'Economia della Cultura in questo progetto? Un tema nodale è il concetto di servizi e la maniera in cui si provvedono questi servizi ai visitatori (tanti paganti quanto non paganti in parchi pubblici). La segnaletica , la guida e l'informazione sono una solida parte dei servizi che devono essere sfruttati dai visitatori. L'obbiettivo è di avere visitatori informati su tutti gli aspetti del monumento, come storia, relazione con altri reperti nell'area, problemi di restauro ed altri temi che potrebbero trasformarli in monumenti dinamici nello spazio urbano.

C'è un altro argomento per il quale la segnaletica è l'obbiettivo fondamentale di questo studio. Nel contesto dell'area centrale di Roma si presenta come una novità, nel senso che non esistono piani di gestione dell'informazione che abbiano suggerito un progetto di segnaletica didattica adeguata all'area centrale. La maggior parte dei progetti si concentrano su vie, traffico, collegamenti, scavi, ristrutturazione, mentre questo progetto suggerirà poco in queste aree e molto sulla parte di informazione come servizio al pubblico. Teoricamente al meno, i suggerimenti si potrebbero implementare senza maggior lavoro infrastrutturale e avere un alto e immediato impatto sul valore informativo dei monumenti e il suo intorno.

In fatti il “restringimento” dello studio si fa anche in confronto degli argomenti di ricerca avviati dal progetto iniziale, in cui, per di più alla didattica, si era proposto studiare l'aspetto finanziario per l'erogazione delle proposte, misurare la ricaduta civica , in cui si indaga sui risultati delle azioni proposte sulla popolazione tanto residente quanto quella straniera, e finalmente l'aspetto urbanistico . Si è voluto non toccare specialmente quest'ultimo tema, centrale alle proposte dei piani regolatori che si succedono e che hanno pochi risultati a grande scala.

Questa tonica di progetto di proporre qualcosa che sembra fattibile no è insolito ai lavori del Dipartimento Tecnico del Comune di Roma. Trattando del progetto comunale ai Fori Imperiali, l'Architetto Giusberti dice: “ Il progetto, nonostante le sue straordinarie potenzialità di trasformazione della Forma Urbana, in realtà non ha mai assunto i connotati di un Progetto Urbano a pieno titolo, supportato da una strategia programmatica a scala cittadina; occorre dire che quanto già realizzato, e stato possibile proprio per il "basso" profilo assunto dalle operazioni, passate per interventi quasi esclusivamente di interesse archeologico.”

I motivi dei lavori “isolati” in diverse parti dell'area centrale da parte del Comune sono diversi, tanto “tecnici” nell'ambito della conservazione e sicurezza dei monumenti, di sistemarli adeguatamente e di miglior maniera nell'insieme monumentale, e per conseguenza acquistano uno status migliorato, dopo significativi investimenti finanziari, che deve essere concluso con il piuttosto semplice e poco costoso componente informativo. La rivalutazione del monumento si incrementa con il piccolo investimento finale in segnaletica, parte di un piano comune, e il ruolo dei monumenti come “servizio” ai visitanti è altamente ottimizzato.

In certa misura, penso che la ricerca dei progetti comunali dal punto di vista del Dipartimento Tecnico della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma sia stato molto importante, dal fatto che sono impegnati in diversi progetti dell'area centrale, dei Fori Imperiali al Colle Oppio. Tuttavia, mi rendo conto che forse i suggerimenti che proporrò in questo documento siano più competenza dell'Assessorato alle Politiche Culturali della stessa Sovrintendenza ai Beni Culturali. Mentre l'assessorato non ha il compito dell'esecuzione fisica dei progetti, è responsabile dei panelli informativi, molti di carattere temporale, che si postano in cantiere, come il caso del progetto della Colonna Traiana, o quelli più permanenti, pero non a vista del pubblico, come il caso del Criptoportico Traiano.

Lo sviluppo di un piano di segnaletica omogenea, esplicita e didattica è adatta a migliorare la situazione che qualificherò di “disintegrazione” fra monumenti che si trovano in uno stesso spazio storico. La strategia cercherà di definire un argomento di carattere integrativo per spiegare la complessità di monumenti dell'area centrale (Figure 1 e 2). Ad esempio, panelli coordinati potrebbero illustrare il collegamento fra due nodi, tanto a causa della sua prossimità tanto fisica quanto storica, come il caso dello stretto vincolo fra la Domus Aurea e il Colosseo.

 

Figura 1 : La situazione disintegrata . Didattica povera (0 è nullo) e poca relazione fra monumenti (dato per i “+”).

Figura 2 : La situazione integrata . Miglioramento didattico e più relazione fra i monumenti.

La segnaletica attuale è in uno stato che senz'altro stimerebbe di catastrofico. I panelli sono scarsi, poveri di informazione nella maggiore parte, non visibili al pubblico, postati in luoghi non strategici, vandalizzati, e con temi irregolari. Un esempio: l'area d'ingresso alla Domus Aurea ha solo un panello di orari e informazione logistica sul cancello. Il panello di informazione sui lavori in corso è dentro la galleria d'ingresso, in fatti inaccessibili al visitante che cerca spiegazioni sulla chiusura del sito. Un panello fisso sul viale Domus, a 30 m dell'ingresso, indica la fauna del parco ma è severamente vandalizzato. È un angolo con una meravigliosa vista del Colosseo, in pieno giardino del Vico, vicino alla villa imperiale più nota dell'area centrale, circondati di murature antiche e moderne che testimoniano 2000 anni di storia. Ci troviamo in questo luogo di fronte a un classico caso di mancanza d'iniziativa per rendere la città più viva ed amena ai visitatori; è anche una povera conclusione a un costoso studio “accademico” che non trova i mezzi adeguati di trasmettere i suoi risultati. Un'eccezione: i due panelli informativi di fronte all'area scavata (e oggi coperta da un prato) nel cuore delle antiche terme di Tito. Però questi panelli hanno due problemi: prima è che sono stati vandalizzati ed sono illeggibili e secondo, che non si collegano a nessun altro punto informativo, in fatti scarsi nel parco, aggravando la sua utilità alla visita del Parco del Colle Oppio.

Concepisco che i suggerimenti presentati, sostenuti e implementati in questo documento potrebbero avere un alto ed immediato effetto sulla situazione del valore delle risorse e la creazione di un concetto di integrazione se non fisico sopratutto “storico” attraverso la narrazione contestualizzata che unifica i monumenti.

Lo studio si sostenta principalmente dalla ricerca dei documenti principali sul tema urbanistico, con visite ai monumenti e spazi pubblici, un registro delle caratteristiche di questi ultimi e il suo intorno in riguardo agli argomenti di analisi iniziali, e, finalmente, con conversazioni con professionisti del Comune coinvolti nei lavori di scavi, sistemazione e miglioramento dei monumenti. L'analisi dei lavori recenti e dei lavori attuali, e del processo “politico” in cui occorrono, è stato imprescindibile per definire gli obbiettivi e il tono finali di questo documento.

In soma, lo spirito di questo documento è di suggerire forme di migliorare la situazione con un atteggiamento di profilo basso con nulla politica e la minima la burocrazia coinvolta, presentando un tema di sviluppo di facile organizzazione e implementazione, in termini relativi ai suggerimenti comuni in progetti degli scorsi venti anni, ad esempio al tema molto politico della chiusura della via dei Fori Imperiali, al meno fino a dieci anni fa, che si è proposto innumerabili volte ma non si è mai potuto avviare, nonché gli argomenti in favore della zona archeologica della città fossero fortissimi.

Cosa occorre per avviare un progetto di questo genere? Un compromesso politico? La volontà di migliorare un turismo urbano in crescita? La mancanza di recupero è sintomatico di una politica che appare diffidente della necessità di migliorare il concetto dei servizi per stimolare il turismo. Il turismo cresce sebbene non si vedano miglioramenti degli aspetti più elementari del turismo urbano: traffico, inquinamento, rispetto al pedone, pulizia delle strade e mezzi pubblici più efficienti. Ad esempio, non è di preoccupazione di creare un circuito ciclabile in questa vasta area centrale. La sfera esecutiva del comune si è reso conto che tali cambiamenti strutturali non sono necessari. Il Comune ha piuttosto preferito enfatizzare eventi circostanziali, come i festival di tutto genere. Il risultato in spazi come parchi con monumenti archeologici è un alto livello di rischio di degrado fisico a conseguenza della mancanza di uso diario. In contesto della città questo problema risulta in disillusione della popolazione residente al confronto con le risorse disponibili in vicinanza, e in conseguenza di non essere particolarmente interessati in aspetti culturali, ma che cercano aree vere di ricreazione.

Finalmente, un commentario sul tema urbanistico. La progettazione ed avviamento di un piano di gestione di uno spazio aperto che si compone tanto di aree di ricreazione quanto di aree archeologiche non è tema di molto successo in scorsi anni. Non è ancora chiaro come tali funzioni possano coesistere, e nel caso preciso del Parco del Colle Oppio tale impegno ha già prodotto importanti progetti di gestione: Detry e Uribe (1983), il Piano di Assetto del Colle Oppio , in versione preliminare, dall'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune (N.d.), ed ultimamente un progetto delle studentesse del master Architettura e Archeologia de La Sapienza. Nessuno di questi progetti tratta il tema della segnaletica, dell'informazione e della didattica in qualsiasi forma.

 

3. Precedenti del progetto. Roma, 130 anni di progetti.

Presento in questa sezione una breve sequenza dei fatti più notevoli dell'evoluzione urbanistica de la città in relazione alla zona archeologica centrale. Gli eventi si iniziano con l'Unificazione Italiana – i progetti Napoleonici essendo di carattere molto puntuale e non contestuali. La scelta di Roma come capitale e la conseguente necessità di gestire la città durante la logica crescita che originerà il suo nuovo ruolo sono il motore dei primi piani. Tuttavia, la zona archeologica centrale non sarà scopo del nuovo sviluppo urbano, che si concentrerà in altri aree. Invece, l'area sarà sin dal 1877 lo scopo di un parco archeologico con propositi ricreativi, innalzando il valore storico che, in contrasto con gli Stati Pontifici, il giovane Regno di Italia intende dare alla città e il su passato classico. Ci troviamo così oggi, 130 anni dopo il primo progetto, e un lungo secolo XX di grandi cambiamenti, cercando in qualcun modo emulare lo spirito dei primi visionari che concepivano il concetto di parco archeologico. Pero per raggiungere tale obbiettivo oggi bisogna essere abbastanza più riguardoso.

Questo elenco non e esaustivo, ma sottolinea due aspetti: l'alto numero di piani regolatori generali (abbreviato in questo testo come PRG ) durante in secolo XX e gli inserimenti in questi del caso della via dei Fori Imperiali e la sua suggerita chiusura per benefizio dell'area centrale. Al momento che si redatta questo rapporto si sta per approvare ancora un nuovo PRG e l'idea di chiusura di strade nella zona centrale pare essere ancora molto restrinta, se non omessa dalle proposizioni urbanistiche. In centri urbani d'Europa, invece, la tendenza e piuttosto una nuova canalizzazione –e restringimento- delle vie centrale con una segmentazione per i mezzi pubblici, e una restrizione veicolare più severa. A Roma sembra difficile trovare soluzione di valori intermedi.

Ricorderemo tuttavia alla fine dell'elenco il lavoro attuale del Comune che mimica l'aspetto che aveva l'area della Colonna Traiana durante il periodo Napoleonico. Il Comune a deciso di ripristinare l'emiciclo al più ampio spazio di quota Roma imperiale che aveva all'inizio dell'Ottocento, progetto unito alla pedonalizzazione del largo di via dei Foro Traiano.

I progetti a grande scala che includono l'area centrale si iniziano nel tempo della Riunificazione. Questi progetti presentano idee per la conservazione e sfruttamento dell'area archeologica cercando integrarla allo spazio urbano. In tempi degli Stati Papali, l'area centrale era composta di suburbi e campagna romana –Foro Romano detto Campo Vaccino - con poco interesse di includerli in piani urbanistici della città rinascimentale e barocca.

Lo sviluppo dei progetti in città è il seguente.

•  1873-83, PRG da Viviani, concezione di Vie Cavour e Nazionale (Figura 3).

Figura 3 . Piano di Sistematizzazione della Zona Monumentale Riservata di Roma. In verde i isolati dell'area dei Fori Imperiali.

•  1887, Piano di Fiorelli. Piano di Sistematizzazione della Zona Monumentale Riservata di Roma . Il piano non include l'area con quartieri dei Fori Imperiali (segnalato in verde a sinistra sulla figura 1). Da un'altra parte è da sottolineare l'importanza nel piano la zona fra il Circo Massimo e l'intorno delle Terme di Caracalla.

•  1923, Progetto del Ventenne, diretto da Manfredi e una nuova Commissione Municipale. Trasformazione della capitale in capo d'Imperio e periodo degli sventramenti della città. L'Ufficio Tecnico del Comune finisce in 1925 il nuovo e ambizioso PRG . Questo progetto include: (1) Prolungamento di Via Cavour fino Piazza Venezia; (2) Sistematizzazione del Capitolino; (3) Liberazione dei Fori Imperiali; (4) Collegamento da Via Cavour fino al Colosseo; e (5) Sistematizzazione dell'intorno del Colosseo, vale dire distruzione del Meta Sudans e creazione di strade veicolare.

•  1924-26. Periodo degli sventramenti . Piacentini adotta il piano di parco archeologico del 1887. Inizio dei lavori della passeggiata con gli scavi dei Mercati di Traiano e del Foro di Augusto preservando l'antica via Alessandrina pero distruggendo i palazzi su questa via e via Cremona.

•  1932. Ricci crea esedre d'alberi preso il Vittoriano e spiana i rimanenti della Velia.

•  1932-33. Inaugurazione della via dell'Impero (l'odierna via dei Fori Imperiali - in avanti vFI ) coprendo e separando parti importanti dei Fori.

•  1932 Nuovo PRG : (1) l'area fra Via Alessandrina e la Salita del Grillo è soggetta al “rispetto generale”; (2) Scavi dei fori di Augusto e di Nerva; e (3) Demolizione dell'Accademia di San Lucca fra Via Cremona e il Capitolino e creazione di un giardino pubblico.

•  Annullazione del PRG . I membri della commissione lavorarono ad altri progetti non specificati sul documento (e.g. via della Conciliazione, EUR, con i rispettivi sventramenti).

•  1960. Benevolo e sua opinione sul ruolo del Monumento a Vittorio Emmanuelle, prevede eliminazione delle vie fasciste, riconversione a giardini, incluso l'area del Colosseo, e via del Teatro Marcello, eliminazione delle vie dei Cerchi e del Circo Massimo, la riduzione dell'Altare della Patria e circondarlo di giardini, e finalmente collegare il parco urbano dei Fori con parco della Via Appia.

•  1962. Un nuovo PRG prevede l'allontanamento delle funzioni burocratiche del centro ma non si realizzò.

•  1975. Creazione del Ministero dei Beni e Attività Culturali (MIBAC), prima crisi con il conflitto del ruolo e futuro dei monumenti storici romani e lo sviluppo urbano moderno.

•  1979 Adriano La Regina, Sovrintendente dei Beni Culturali e Argan rilanciano il piano del parco Archeologico Fori-Via Appia con compito principale di allontanare il traffico dei monumenti per favorire la restaurazione dei monumenti e sistematizzare e fare comprensibile il patrimonio scavato. La rimozione della vFI è inclusa nel piano.

•  1980. Documento Antoniozzi sui monumenti in spazzi aperti. Centro Antico de Roma diventerà Patrimonio Mondiale UNESCO; traffico chiuso intorno al Colosseo pero ridurre inquinamento delle pietre.

•  1981. Inizio della chiusura domenicale della vFI in mancanza della soluzione radicale per approfittarne gli spazi verdi del centro. L'opposizione alla chiusura definitiva del tratto include Portoghese e un gruppo “romanista” (con Trilussa e Muñoz): no al sacrificio dello spazio dei vivi per darli ai morti. Il gruppo in favore prevede una ricchezza della ricerca archeologica e la creazione di un parco senza precedente nel mondo. Si deciderà di mantenere la via.

•  1982. Aymonino e il Piano 1981-1985 prevede l'integrità della vFI , e avvio del parco dai Fori alle Colli con il “ Progetto di Valorizzazione dei Fori Imperiali, connessione con il Foro Romano e altre aree della città ”. Prevede in prima fase scavi su tutta l'area del Fori Imperiali e identificazione di nodi di relazione fra aree antiche e moderne; e una passerella sulla antiche via Carbonari e via Bonella, come osservatorio del pubblico. In seconda fase si prevede la soppressione della vFI.

•  1983. Aymonino y Panella presentano Un progetto per il Centro Storico. Definizione delle aree borde: Piazza Venezia, Foro della Pace, Colosseo, Velabro. Si identifica aree con competenza integrativa e di filtro; aree omogenee limitrofe: Colle Oppino, Celio, le mura Aureliane di Porta Latina a Bastione di Sangallo y area di città Barocca en contato con colle Capitolino. In zona centrale propongono cinque loci di intervento: (1) Capitolino, Velabro, e Teatro di Marcello; (2) Foro, Palatino e Circo Massimo; (3) Celio; (4) Passeggiata di Porta Capena a Porta San Sebastiano. Se prevede eliminazione del traffico.

•  1983. Benevolo e Ferraro presentano il documento “ Proposta per la Sistematizzazione dell'Area Interna alle Mure Aureliane ”; si ripete la proposta di soppressione della vFI.

•  1985. Benevolo e Soprintendenza: Studio per la Sistemazione dell'area archeologica centrale . 17 aree problematiche. Priorità a zone pedonali: Cerchio, parte dei Fori Imperiali, Colosseo, parte di Via S. Gregorio.

•  1985-2000. Si iniziano lavori ad entrambi lati della vFI. Fase 1, Scavi (realizzati dal 1998): Mercato di Traiano; giardini di Via Alessandrina; Foro di Nerva; sentieri pedonali innalzati; Fase 2: creazione delle aree verdi e rimozione della Via dei Fori Imperiali; Fase 3: sistematizzazione del Parco Archeologico.

•  1988. Panella analizza il concetto di bordi , 4 porte, vie d'ingresso all'area monumentale ma allo stesso tempo come aree “tampone”, spazi vuoti fra città moderna e città antica, che “difendono” l'area antica e servono come ingresso… senza dimenticare che l'importanza è la coesistenza del moderno con l'antico. I piano urbanistico include la creazione di sei tipi di strutture: museali, scientifiche, di ricevimento, spettacolo, residenziali, e di trasporto.

•  2000. La Rocca e la Soprintendenza prevedeva l'inaugurazione di percorsi di carattere museali all'aperto, in percorsi “stratificati” fra la Roma dell'antichità fino a la Roma di 1930.

•  2000. Nuovo PRG con concetto di “area metropolitana” con isole di verde, parchi e giardini; decongestione dei servizi; sviluppo dei bordi; pedonalizzazione del parco; forte restrizione del traffico in centro storico. Si cerca migliorare una coesistenza della città antica e della città moderna sotto un concetto di stratigrafia orizzontale.

•  2000. Si inizia il grande sviluppo nel processo d'integrazione delle aree antiche e moderne con l'acceso libero al Foro Romano. La visita al foro sarà a pagamento dal 5 marzo 2008, togliendo a la città una delle più avanzate e attrattive risorse.

•  2002. Ballesteros. Propone una gestione controllata e multidisciplinare del parco dai Fori Imperiali alla Via Appia, con enfasi nella conservazione nel marco di progettazione territoriale. Riconosce la difficoltà di gestirle insieme visto che l'Appia è gestito dall'unico Ente Parco mentre l'area centrale è divisa fra Comune, lo Stato, e, de facto , la Commissione. La situazione è per tanto una di disintegrazione dei componenti divisi da strade e vie, nella parte fisica, e scoordinazione nella parte burocratica. Nel processo di consolidamento dell'area prevede un alto livello di partecipazione cittadina, impegno comunitario, affidamento dello status di “ heritage-holder ” (detentore di patrimonio) ai cittadini.

•  La contribuzione di Ballesteros è delle più importanti a livello didattico, in cui i mestieri di ricerca, conservazione, educazione e sfruttamento pubblico sono tappe obbligatorie nello sviluppo del parco. Nell'ambito didattico (per approfittarne lo sfruttamento dei monumenti) il suo piano è complesso. Propone percorsi interni con gerarchie, relative al grado di informazione e dettagli (Percorso A, per pubblico alto grado di conoscenza storica e tecnica; informazione specializzata; B: ad un pubblico di alto grado di conoscenza storica però non tecnica; percorsi ludici; C: alle persone con poca conoscenza, percorsi ludici, ameni; D: visite scolastiche, numerose, e con argomenti semplici, generali.). I percorsi si adattarono dopo uno studio previo di conoscenze dei visitanti per sistemare contenuto dei percorsi. In oltre, come lo spazio del parco è anche ricreazionale prevede attività sportive e di conoscenza della natura di Roma.

•  Ballesteros suggerisce un topico importante: che l'informazione degli scavi degli anni scorsi sia comunicato al pubblico. Questo è semplicemente mostra della capacità di “produrre” una storia con dati esistenti, tanto storici quanto di ricerca. Con questi messaggi relazionali che sfruttano dei monumenti all'aperto, Ballesteros prevede che, è con sue parole, si cambierà il tipo di partecipazione cittadina, si correggerà l'uso dei monumenti, e si inspirerà nuovi sfruttamenti e relazioni con il patrimonio.

 

4. La Triade politica

Il futuro dell'area centrale di Roma e le sue ricchezze archeologiche, e per tanto il futuro del Parco Archeologico di Roma, dipende di una triade di importante entità: il Comune di Roma , la Soprintendenza dei Beni Culturali di Roma, e la Commissione Archeologica . Le decisioni degli scorsi anni sono stato prese da tutte le tre entità, però e apparente che c'è una mancanza di decisione unanime, e, nel percorso a raggiungere tali decisioni, l'opinione tecnica del Comune è a volte ribadita in favore di decisione che sembreranno più popolari. In qualsiasi caso, le faccende della triade si sonno mostrato piuttosto distante del benessere dell'area centrale in favore del cittadino è forse le decisioni non si possono dirsi propriamente “popolari”. La partecipazione cittadina è molto ridotta.

 

Figura 4 : La disintegrazione dell'area centrale fra monumenti gestiti del Comune (in giallo) e monumenti gestiti dallo Stato (in blu).

Come esempio, nemmeno le varie associazioni di ciclisti romane sono riuscite a ottenere un circuito ciclabile all'intorno dell'area centrale, un assetto urbano che ne profitterebbe anche i turisti, Oggi, le strade del possibile circuito “centrale” (dell'anello di Via dei Fori Imperiali, Via San Gregorio, Via dei Cerchi, Via del Teatro Marcello) sono dominio del traffico veicolare senza cambi radicali per la distribuzione dello spazio fra veicoli, pedoni e biciclette. Mentre non si può più parlare liberamente di chiusura di vie, si sarebbe interessante per l'area progettare un'altra fase di ristrutturazione della viabilità, continuando il processo iniziato due decenni fa con i cambiamenti in via dei Fori Imperiali. Tanto per il problema dell'inquinamento, come della congestione veicolare, come per la tendenza (europea) di fare i centri città più vivibili, bisognerebbe progettare una nuova fase di miglioramenti nel bilancio dello spazio disponibile per veicoli, pedoni e biciclette. Il miglioramento della circolazione nell'area dovrà essere inseguita attraverso la riduzione delle vie in favore dei marciapiedi ed aree esclusivamente pedonali.

Con l'importanza di quest'area archeologica è logico che le decisioni siano constanti e immerse in controversia. Ci viviamo tutti i giorni questi cambiamenti. Al momento di scrivere questo documento si è chiuso al libero transito pedonale il parco del Foro Romano. Quello che era una passeggiata archeologica eccezionale ed anche una via di comunicazione pedonale dal Velabro fino alla via Cavour è stato chiuso e sarà riservato all'ingresso a pagamento (Figura 5). Si conclude cosi uno degli sperimenti più notevoli di sfruttamento di patrimonio archeologico in un'area urbana. Cosi come Roma ha esibito al mondo notevoli sviluppi nella vita urbana, oggi si trova in una situazione a contropelo in confronto con le altre città europee. L'esempio più vicino a quello che potrebbe diventare Roma, no è quello delle città spagnole dove la dinamica burocratica si muove con una forte volontà politica, pero Atene che ha passato ad essere una città sconvolta di un grado di urbanismo e accresciuto umanismo.

Figura 5 : Comunicazione pedonale nell'area centrale, in una zona di alta incidenza veicolare. Il percorso in arancio, segnalato della freccia blu, è stato chiuso alla libera circolazione in Marzo 2008.

Certo che la rivitalizzazione urbana ateniese si è dovuto all'impegno generato dai giochi olimpici, uno stimolo (economico soprattutto) che per Roma sarebbe ben più difficile di conciliare.

In conclusione, i tre cervelli della triade politica incaricata dello sviluppo dell'area centrale di Roma si troverebbe a volte senza iniziativa e con poche idee chiare e notevoli. Chiaramente, per spiegare una situazione simile, si dovrebbero chiedere se c'è normalità in agende e sfide diverse per ogni protagonista? In fatti, la dinamica che si sviluppa tra le tre entità è contraria, e impedisce, no solo la creazione ma anche l'implementazione di un piano gestore generale. Esempi di queste decisioni difficili che non contribuiscono alla sana collaborazione con l'obbiettivo di avere obbiettivi comuni sono quella di dichiarare la via dei Fori Imperiali un vincolo paesaggistico (e cosi impedire modificazione importante in futuro) o quello di decidere di rimuovere la via Alessandrina (senza tenere conto dell'opinione degli esperti e tecnici).

 

5. Gli interventi recenti e attuali. Casi di particolare difficoltà.

Il concetto di un'integrazione dei luoghi archeologici o storici di alto interesse turistico nel tessuto urbano non è un'idea sconosciuta a Roma. La città no è estranea ai grandi progetti di riordino urbano, in cui i pedoni e i monumenti acquistano, al meno nei progetti, un'altra dimensione in confronto alle automobili. Oggi guardiamo con ilarità, ma senza sentire la loro mancanza, il traffico in auto intorno al Colosseo, all'arco di Costantino, attraversando il Foro Romano, percorsi che guardiamo nei film cha hanno fatto la gloria di Roma nel cinema. La creazione del Parco Archeologico del Foro e di un'area prevalentemente turistica sotto la soprintendenza di La Regina è stato un importante sviluppo della capacità di accoglienza di Roma. In ogni caso, in termini relativi alle sue dense risorse di patrimonio, potrebbe essere sicuramente fra le città Europee con il più basso tasso di aree pedonali in zone storiche.

L'intervento più significativo degli scorsi anni è stato lo scavo dei Fori Imperiali, e la “produzione” di un paesaggio “urbano antico” con reperti dall'epoca romana e anche costruzioni medievali che rifletta l'evoluzione storica della città. Uno dei panelli più significativi raccoglie i ritrovamenti e gli definisce sul lato sud della via dei Fori Imperiali. Tutto molto sintetico, senza maggior informazione, opero con il proposito di compire il minimo necessario per il visitatore curioso (Figura 6).

 

Figura 6 : Panello informativo dei recenti ritrovamenti nei Fori Imperiali.


Ci sono due importanti interventi in corso nell'area centrale: il ripristinamento dell'emiciclo Napoleonico e i lavori su l'esedra sud-ovest delle terme di Traiano in Parco del Colle Oppio. Il primo caso è un'interessante creazione di uno spazio pedonale addizionale e allo stesso tempo produrre una miglior visione del monumento del Foro di Traiano non solo con la sua colonna ma con tutto l'insieme in cui la colonna era inserita al centro della basilica Ulpia circondata del colonnato e delle biblioteche, oggi sotto le due chiese.

Ci sono casi di particolare difficoltà, principalmente la situazione del Parco del Colle Oppio. Qua si presenta una grande difficoltà a fare coesistere zona archeologica e le aree di ricreazione. Nell'insieme, il parco è in un povero stato, incluso i giardini storici del Vico. L'uso molto dissimile delle diverse zone del parco, il fatto di avere la Domus Aure in sottosuolo, gli apparentemente pochi resti delle Terme hanno complicato la gestione, anche se importanti progetti ci sono stati presentati (Detry e Uribe 1983; Comune di Roma, n.d.). Un progetto del Master di Architettura e Archeologia de La Sapienza dovrebbe essere una nuova fonte di idee per la sistematizzazione dell'area.

Figura 7 : A destra, colonna di Traiano; a sinistra, esedra delle Terme, prima dei lavori.

Figura 8 : A destra, colonna di Traiano; a sinistra, esedra delle Terme, dopo i lavori.

 

6. Idea chiave della proposta: Segnaletica.

La segnaletica è la chiave della presente proposta. Come ho sottolineato nell'introduzione, non trovo un argomento ovvero un problema nell'ambito dell'area archeologica che sia di maggior importanza per la presentazione delle risorse del patrimonio e che sia, in termini relativi (burocratici), di raggiungibile attivazione.

Tre sono i termini chiavi che definiscono questa proposta di segnaletica: omogenea , relazionale , didattica . Questi termini si traducono come una grafica facilmente leggibile ed uguale nella vasta area centrale ( omogenea ); un'ampia serie di panelli che si “comunicano” tra loro e creano percorsi dell'area “integrata” ( relazionale ); e, di facile, breve ed utile contenuto informativo ( didattica ).

In contrasto con la situazione attuale, una nuova serie di panelli con queste caratteristiche sarà in miglior grado di fornire una ricreazione del mondo antico e storico da scoprire ed esporre nell'area centrale. Una rete di panelli relazionali , collegati fra loro tanto da argomenti storici come per l'evidenziata vicinanza fisica, sarebbe un primo passo per generare uno spazio integrato, oppure concepire una somiglianza di integrazione dello spazio archeologico centrale.

La situazione attuale è dominata da una serie di panelli fissi che si conformano ad un modello grafico standardizzato . Questi panelli rappresentano il tentativo attuale del Comune di Roma di provvedere il servizio d'informazione ai visitanti. Si trovano ai meno 14 panelli della serie ad angoli importanti dell'area centrale (vedere Figura 3 ed elenco dettagliato). Questa serie è dominante al rispetto di altri panelli fissi che presentano caratteristiche grafiche diverse. I panelli sono il risultato del subappalto concesso alla ditta Mirabilia (http://www.mpmirabilia.it).

Mirabilia descrive la sua produzione cosi: “ il pannello informativo rappresenta […] lo strumento principale per la comunicazione e promozione del patrimonio […]. Concepiti con caratteristiche tali che li rendono resistenti alle intemperie e ad atti di vandalismo (sic , vedere figura 4 ), i pannelli sono costituiti da immagini e testi bilingui, italiano e inglese. Sia la ricerca iconografica che la redazione dei testi che è realizzata sotto la guida di storici dell'arte e con il visto di approvazione delle Soprintendenze responsabili per territorio. Su indicazione degli Enti competenti, i pannelli sono collocati in prossimità dei siti monumentali archeologici, architettonici, ambientali e storici artistici.”

La spiegazione continua, “ Il pannello è il modulo basilare nella realizzazione di ‘circuiti' che, studiati ad hoc secondo tematiche individuate, creano una rete diffusa… Ne sono un esempio i circuiti ‘Hotel Storici',‘Luoghi e Personaggi della Memoria' o ‘Roma Trasparente'.”

Il risultato è deludente tanto dal punto di vista di integrazione dei monumenti come dell'accessibilità didattica dei panelli. La realtà di questi panelli è che non creano “circuiti”, non si relazionano con monumenti vicini, presentano delle didascalie lunghe e pesanti (pero è certamente interessante di averle in due lingue). I panelli non provvedono nessun senso di “percorso” e molti sono in uno stato vandalizzato (questo chiaramente non imputabile a Mirabilia, eccetto che dichiarano che i panelli sono “ resistenti … ad atti di vandalismo” ).

In contrasto con i panelli ufficiali provvisti, si deve dire che il Comune ha avuto più successo nel proposito della creazione di “circuiti” di visita con la produzione dei libricini di percorsi a Roma, subappalti all'associazione Mirabilia Urbis. Lo spirito di questi documenti gratuiti, distribuiti dalle edicole d'informazione del Comune, è quello di essere relazionale , di collegare le risorse storiche in un percorso integrato. Non ho nessun informazione sulla popolarità di questi documenti con i turisti.

In soma, l'idea di percorsi e circuiti in area centrale non è novità. L'idea è stata anche presa da Ballesteros, nel suo piano di ristrutturazione dell'area centrale, in cui propone la creazione di percorsi alternativi didattici adatti a visitanti con diverso livello di conoscenza ed interesse (includendo anche percorsi sportivi del ambito dell'ampia area archeologica). Mentre quest'idea è più complessa (e fattibile d'implementare forse con modelli differenti di libricini e non panelli fissi), Ballesteros, di un'altra parte, suggerisce che l'informazione degli scavi degli anni scorsi sia comunicato al pubblico. Questo è un punto importante che rifletti la fattibilità che c'è di “produrre” un argomento con dati esistenti, tanto storici quanto di ricerca recente in area centrale.

 

7. La segnaletica in area centrale : Un elenco dell'attrezzatura in forma di panelli dell'area centrale.

Lo studio ha elencato i quattro seguenti gruppi di panelli in area archeologica centrale (Figura 9).

•  I panelli fissi che non si conformano ad un modello grafico unificato, rappresentati dai quadrati rossi; •  I panelli fissi che si conformano ad un modello grafico unificato , chiaramente identificabile al Comune di Roma, presentati con lo scudo di Roma;
•  I panelli temporali , presentati come circoli blu;
•  Le targhe di marmo fisse, ma unicamente per identificazione, presentate con circoli magenta.

I panelli del gruppo 2, i panelli fissi che si conformano ad un modello grafico unificato , è di maggiore interesse per il suo carattere permanente e qualità e contenuto standardizzato. Come abbiamo commentato sopra, questi panelli rappresentano il tentativo attuale del Comune di Roma di provvedere il servizio d'informazione ai visitanti. Sono risultato del subappalto concesso alla ditta Mirabilia .

 

Figura 9: La situazione attuale dei panelli in area archeologica centrale.


La situazione attuale dei panelli di tutti quattro gruppi si rappresenta nella seguente figura. Questo grafico è parte di un modulo didattico dinamico che permette vedere ciascuno dei panelli o targhe riferiti sulla mappa. Questo modulo si può trovare nella pagina http://www.tiwanakuarcheo.net/italia/progetto_Roma_flash08.htm , come Panelli Esistenti in area centrale di Roma.

Gruppo 1. Panelli fissi, di diversi formati (Quadrati rossi).

•  1 Panello informativo della fauna del Parco del Colle Oppio , sulla piazzetta di fronte all'ingresso alla Domus Aurea. Postato in una via di intenso traffico pedonale, con splendida vista del Colosseo Panello vandalizzato (Figure 10 e 11).

 

Figura 11 : Panello della figura 3 e vista al Colosseo.

Figura 10 : La fauna della città.

 

•  2 Panelli informativi, con grafica dell'architettura, sul Mercato di Traiano (Via Alessandrina, dal lato della colonna; dimensioni: 92x63 cm).

•  1 Panello grafico, sequenza di costruzione del Mercato di Traiano , in Salita del Grillo (alle spalle dei Mercati di Traiano).

•  2 Panelli informativi dei rinvenimenti degli scavi in area delle Terme di Tito , Parco del Colle Oppio , con piante architettoniche, oggi area coperta e senza reperti visibili. Panelli vandalizzati ed illeggibili.

•  1 Mappa panoramica schematica dei reperti visibili dello scavo dell'area sud dei Fori Imperiali (verso il Foro Romano).

•  4 Mappe dell'area del Foro Romano e del Palatino . Tutte identiche, postati all'ingresso del Palatino in via San Gregorio, all'ingresso al Foro dal largo Romolo e Remo (via del Fori Imperiali), all'ingresso al Foro dal Clivo Argentario e da via del Foro Romano in Velabro (Figura 12, marcati con il 4 in figura 9).




Figura 12 : Il panello spostato ai quattro ingressi al Foro e Palatino.

•  3 Panelli informativi sulla storia, con grafiche, dei Tempi Repubblicani del Largo Argentina (tre coppie collocati al lato ovest, sud ed est della piazza aperta).

•  1 Panello informativo dei rinvenimenti e scavi, con foto, dei Tempi Repubblicani del Largo Argentina (acanto al panello storico del lato est; dimensioni: 201x50 cm).

 

Gruppo 2. Panelli fissi del Comune di Roma con modello standardizzato (insegna di Roma; dimensioni 117x57 cm).

Panelli informativi, con pubblicità nella zona inferiore, sui seguenti temi:

•  Rione Campiteli (1, angolo via de Cerchi e Via San Gregorio);

•  Rione Ripa (1, a 20 m della chiesa di Sta Maria in Cosmedin; figura 6). Questo panello include l'unica mappa in cui si localizzano altri punti di interesse nella vicinanza (Figura 13).




Figura 13 : Il panello del Rione Ripa con altri siti d'interesse referenziati. L'unico del genere in area centrale.

•  Chiesa di San Clemente (1, sull'ingresso laterale alla chiesa in via San Giovanni in Laterano). Non includo i panelli informativi che i monaci hanno disposto in cortile su i lavori di restauro delle pitture dell'area sotterranea.

•  Chiesa dei Quattro Coronati (1, nella piazzetta di fronte al complesso). Non includo i panelli informativi della storia che i monaci hanno disposto di fronte all'ingresso alla chiesa stessa;

•  Vittoriano (2, sul giardino preso la fermata di autobus, via dei Fori Imperiali).

•  Chiesa di San Giorgio in Velabro (1, di fronte alla chiesa in piazza dello stesso nome).

•  Chiesa di Santa Anastasia (1, di fronte alla chiesa in piazza dello stesso nome).

•  Museo del Palazzo Venezia (2, primo all'angolo di Via Magnapoli e via di Santa Eufemia, secondo sulla piazza Aracoeli).

•  Insula romana (1, di fronte all'insula stessa sotto la scalinata monumentale della chiesa di Santa Maria in Aracoeli).

•  Chiesa di Santa Maria di Loreto (1, di fronte alla chiesa in vicolo di san Bernardo).

•  Chiesa di San Gregorio al Celio (1, di fronte alla chiesa sotto le scale).

•  Villa Celimontana (1, del lato all'ingresso al parco; panello vandalizzato).

•  Cinema in Roma . Una decina di panelli in area centrale che rimembrano la storia del cinema a Roma. Postati in ricordo al festival di cinema annuale. Quello in Piazza della Bocca della Verità si riferisce a “Vacanze Romane”.

Gruppo 3. Panelli fissi, in forma di targhe di marmo (Circoli verdi)

•  Fra 10 e 15 inscrizioni in marmo sui monumenti del Foro Romano , con il rispettivo nome… Casa delle Vestale, Curia, Tempio del Divo Iulius… e una citazione in questo ultimo tempio dell'elogio funerario a Cesare.

•  Fra 5 e 10 inscrizioni in marmo sui monumenti del Palatino , con il rispettivo nome… Capanna di Romulo, Peristilio, Domus Augustea, etc.

 

Gruppo 4. Panelli temporali (Circoli blu)

•  4 Panelli informativi della storia del monumento e lavori in corso, Colonna di Traiano (attaccati al recinto temporale).

•  2 Panelli grafici dei lavori nell'area dei Fori Imperiali ; ingresso del Foro Romano, via Fori Imperiali (lavori già finiti, e con un panello fisso), e inizio Via Alessandrina, lato via Cavour (lavori in corso). Entrambi attaccati al recinto temporale.

•  4 Panelli informativi della storia del monumento e lavori realizzati, Portico delle Terme di Traiano (non visibili al pubblico).

•  1 Panello informativo della storia del monumento e lavori realizzati, Chiesa di Sta Maria Antiqua in Foro Romano (attaccati al recinto temporale).

•  1 Panello informativo dei lavori di restauro agli affreschi della Domus Aurea , dentro della galleria d'ingresso.

•  1 Panello informativo del monumento e dei lavori di restauro nel Portico d'Ottavia in Ghetto. (Nascosto fra le colonne interne del portico).

 

8. Ravvivando il concetto di Parco Archeologico e di Passeggiata: la creazione di panelli relazionali

La proposta della segnaletica che descrivo qua si sostenta sull'omogeneità grafica, sul concetto di monumenti proposti in rete relazionale e contestuale, e con didascalie e testi di tipo “telegrafico” che comunicano su aspetti specifici (e delimitati) del monumento e la sua relazione con altri reperti in area.

I panelli attuali non sono in grado di creare un senso di integrazione. Vale dire, si presentano senza sfruttare della contiguità storica dello spazio in cui si sviluppa Roma, senza collegare i “nodi” che conformano l'ambiente storico. Il caso più importante, a trovarsi nell'insieme di panelli fissi, e quello delle quattro mappe presenti nell'area del Foro Romano e del Palatino , tutte identiche, senza distinguere fra l'area della collina e l'area della valle (Figura 5).

La rete relazionale si concepisce della seguente forma, come mostrato in figura 14: i monumenti dell'area centrale hanno una storia che li collega fra loro e la grafica mostra non solo la contiguità fisica fra i monumenti ma anche la prossimità storica. Questa relazione è evidenziata almeno per la maggior parte dei monumenti: è più facile relazionare il Colosseo con la Domus Aurea, che è di farlo fra San Clemente e il Colle Oppio.

 

Figura 14 : Il concetto di panelli in rete relazionale fra i monumenti.

 

La nostra proposta della segnaletica in rete relazionale per l'area centrale si può trovare, in forma dinamica, sulla pagina http://www.tiwanakuarcheo.net/italia/progetto_Roma_flash08.htm , come Proposta di Segnaletica Relazionale per l'area centrale.

La rete relazionale e l'informazione che manifesta le relazioni fra risorse si trova concepita sul contenuto dei panelli. Ogni panello deve essere in grado di:

•  Informare sul monumento e la sua origine in termini brevi e puntuali;

•  Relazionare il monumento con risorse vicine siano queste dello stesso periodo o di altri periodi. Si troverà un argomento per collegarli in un senso di percorso;

•  Esibire un senso di integrazione dell'area centrale con l'uso di distintivi e informativi panelli; e finalmente,

•  Creare una dinamica rete di monumenti che rifletta la complessità e varietà del patrimonio culturale romano.

Il punto di vista didattico è centrale alla proposta e il contrasto fra il panello fisso attuale (Figura 15) e il panello proposto (Figura 16) è l'esempio del nuovo approccio all'informazione. Il area centrale di Roma son sarà più un arcipelago di risorse di patrimonio storico ma un insieme collegato da argomenti, racconti e storia e spazio.

 

Figura 16: Modello del panello didattico proposto per ogni monumento.


Figura 15: Modello
del panello del gruppo 2 esistente.

Il panello attuale (Figura 15) è composto da quattro parti: ( 1 ) logo e nome; ( 2 ) pianta/prospettiva/ dettagli; ( 3 ) testo bilingue; ( 4 ) pubblicità e mappa.

Il panello proposto è composto da ( 1 ) logo e ( 2 ) mappa. Si presenta dopo ( 3 ), al centro del panello ed in arancio, il monumento che si visita, con una limitata quantità d'informazione e tipografia più accessibile che il panello attuale ( vedere a sinistra ), circondato dei monumenti che si possono visitare in seguito ( 4 , in giallo e bordò su i lati del panello ), creando un percorso che il visitante può scegliere liberamente secondo la breve e precisa informazione provvista per i monumenti adiacenti.

Logicamente, come con i panelli attuali, il rovescio del panello avrà la stessa informazione in inglese.

 

9. Conclusioni : La presente proposta e le sfide progettuali .

L’idea di questa proposta è semplice e l’impatto che prevediamo alto. Una nuova serie di panelli con questo stilo e proposito trasformerà l’area centrale in una zona propriamente integrata non in base a infrastrutture complesse pero con la semplicità dell’informazione sulla storia della città.

La ricerca di un appropriato valore didattico è essenziale al nuovo spazio che si creerà. In realtà i monumenti esistono da soli, pietre senza parole, muti. Però lo spazio integrato con strumenti didattici è un artificio creativo per il quale si deve trovare un argomento ben più attrattivo che precise caratteristiche architettoniche e dettagli artistici (come enfatizzano i panelli attuali di corte piuttosto enciclopedici). A Roma oggi gli spazi gestiti dallo Stato non sono un esempio da seguire: il livello didattico dello spazio gratuito – scusate, adesso anche a pagamento – come il Foro Romano, come quello da sempre a pagamento, del Palatino è deludente. Entrambi questi spazi eludono qualsiasi tipo di metodo didattico: l’informazione testuale o grafica è semplicemente inesistente. Non è nemmeno previsto nei nuovi piani di rinnovamento dello spazio visitabile sul Palatino di aggiungere tali risorse.

In questo contesto di una situazione di non-priorità della didattica de l’aspetto museale all’aperto dello Stato, e in parte del Comune, si deve creare la differenza fra spazi con una più logica musealizzazione, vale a dire una naturale integrazione dei monumenti con la nuova sceneggiatura del parco ed attraverso sostanziale informazione storica.

Ritorno, per concludere, sull’aspetto burocratico e logistico di questa proposta, alle luci della limitazione che genera la delicata situazione politica nell’arena delle decisioni. Assumo che una discussione dedicata a un progetto di questo genere sarà più motivo di sana interazione dipartimentale per migliorare gli obbiettivi di informazione ed integrazione che il Comune di Roma ha già avviato.

Ci sarebbero impedimenti importanti ad avviare seriamente un progetto di questo genere? Sì, se si seguono pensieri tradizionali che limitano al visitatore ad apprezzare i monumenti senza interessarsi alle storie che le hanno fatto sorgere. I pensieri tradizionali sono ancora presenti sulle amministrazioni che vegliano sul patrimonio, altrimenti la situazione di “deserto informativo” avreste stato corretta al Foro Romano e al Palatino.

Il Comune di Roma, invece, ha dimostrato con la situazione di panelli attuali, purtroppo eterogenea e di didattica limitata, con l’interesse di creare e provvedere informazione al visitatore con lo scopo di creare la desiderata integrazione dell’area archeologica centrale.

Vorrei concludere con un riferimento ad un’idea di Panella, in suo periplo come architetto moderno nella città antica di Roma. Nel suo pensiero della coesistenza dell’architettura nuova nell'esistente sottolinea la necessità di “un processo di profonda integrazione tra nuovo e preesistente in una costante serrata dialettica tra novitas e tradizione […] tra recupero delle tracce storiche e sperimentazione di nuove forme". Panella menziona in questo contesto termini essenziali alla Roma di oggi che è anche la Roma antica, gli “strati” e la città come “palinsesto”. Il presente progetto cerca precisamente questa idea: ricreare i palinsesti costrutti dagli strati che hanno formato la città di Roma.

 

10. Riferimenti bibliografici e pubblicazioni sull'area asrcheologica centraleva

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